Osservatorio disciplinare

Proseguendo nella rassegna di decisioni disciplinari relative ad irregolarità formali, prendiamo in esame le violazioni all'art. 59 bis l. not., introdotto dal D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 110, concernente la facoltà di rettifica notarile di un atto o scrittura privata autenticata che contenga errori od omissioni materiali relativi a dati preesistenti alla sua redazione. Dall'analisi appare un utilizzo parzialmente difforme allo scopo della norma che, pure, lo studio Cnn n. 618/2010 del 15 dicembre 2010 aveva chiaramente indicato come strumento da essere utilizzato soltanto se il dato da correggere sia obiettivamente rilevabile dall'atto che lo conteneva e non sia invece il risultato di una attività di valutazione del notaio, come tale affidata alla sua percezione. La Coredi in esame, nei casi di palese violazione della norma, hanno ritenuto violato l'art. 28 l. not. (n. 1 o n. 3 a seconda dei casi) per aver ricevuto il notaio un atto proibito dalla legge o, in alcuni casi, contrario all'ordine pubblico o ancora perché ritenuto sussistente un interesse personale del notaio rogante o autenticante. Da segnalare i casi, indubbiamente eccessivi, in cui il notaio ha ritenuto di poter rettificare l'atto inserendo fra i beni precedentemente trasferiti, anche un garage di cui non v'era traccia alcuna, ovvero modificando il prezzo della precedente compravendita, per concludere con il caso assolutamente estremo oggetto di una sentenza della Corte d'Appello di Firenze, confermativa della decisione Coredi, concernente la rettifica di un decreto di trasferimento immobiliare di un giudice dell'esecuzione, aggiungendo altri beni a quello originariamente posto in vendita.